5 - Sui testi del tango
Ferrer segnala che:
"… L'eterogenea composizione umana delle nostre città rioplatensi è riflessa nella varietà di toni, intenzioni e linguaggio che fornisce la letteratura del tango…"
In tal senso, i testi di tango toccano tutti gli argomenti, attraversano mondi e ambienti diversi, accolgono una varietà di approcci che è quasi impossibili classificare. Per questo Vidart assicura:
"… nei testi di tango si nasconde un mondo quasi sempre rifiutato, che costituisce una chiave profonda del suo essere e del suo agire nella cultura rioplatense…"
In omaggio a tale varietà, i testi di tango assimilano situazioni o personaggi del mondo campagnolo:Al costado del camino A lato della strada
y en larga fila apretada, e in lunga e fitta fila
las carretas se han dormido i carri dormono
bajo una luna plateada. sotto una luna argentata.
Los bueyes muerden despacio I buoi masticano lenti
un campo verdoso y lacio, un prato verdeggiante e liscio,
y alrededor de un fogón e intorno a un falò
mate, guitarra y canción. Mate, chitarra e canzoni.[ Fogón De Huella, testo di "Yaravì" Italo Silvestre Gianetti , musica di Arturo Gallucci ]
Mi china fue malvada, La mia ragazza è stata perfida,
mi amigo era un sotreta; il mio amico era un vigliacco;
cuando me fui a otro pago quando mi sono allontanato
me basureó la infiel. la infedele mi ha umiliato.
Las pruebas de la infamia Le prove dell'infamia
las traigo en la maleta: le porto con me in valigia:
¡las trenzas de mi china le trecce della mia ragazza
y el corazón de él ! e il cuore di lui ![ A la luz del candil, 1927, musica di: Carlos Vicente Geroni Flores, testo di: Julio Navarrine ]
Yo soy la morocha, la más agraciada, Sono la mora, la più graziosa
la más renombrada de esta población. la più conosciuta in questo quartiere
Soy la que al paisano muy de madrugada Sono quella che al paesano di buon mattino
brinda un cimarrón. brinda con un mate.[ La Morocha, 1905, testo Ángel Villoldo, musica Enrique Saborido ]
Il paesaggio delle sponde, il losco orizzonte dei conventillo, balere e locali, guadagnano spazio in altri testi:
Farolito viejo del barrio malevo Vecchio lampione del quartiere malfamato
broncea la esquina con pálida luz, abbronza l'angolo con luce pallida
alumbró el reparto después del laburo ha illuminato l'affare dopo il lavoro
y ha sido en la noche también batitú. e nella notte è stato anche delatore
… …
Y cuando los tiras a su hombre encanaron E quando gli sbirri arrestarono il suo uomo
lloraba en sus ojos la luz del farol piangeva nei suoi occhi la luce del lampione
Después una piedra rompió los cristales Poi una pietra ruppe i vetri
bajando al suburbio feroz maldición. gettando alla borgata feroci maledizioni. …[ Si tratta di un brano scritto nel 1927, musica di José Eneas Riu e testo di Luis Teisseire e portato al successo nell'agosto di quello stesso anno da Carlos Gardel in un 78 giri il cui Lato A era la famosa Caminito. ]
El conventillo luce su traje de etiqueta; Il conventillo lustra il suo abito da festa;
las paicas van llegando, dispuestas a mostrar le ragazze stanno arrivando, felici di mostrare,
que hay pilchas domingueras, que hay porte y hay silueta, che hanno vesti della domenica, portamento e forma,
a los garabos reos deseosos de tanguear. ai giovani scapestrati desiderosi di tangheggiare.[ Oro muerto (Jirón porteño) 1926, musica di Juan Raggi, testo di Julio Navarrine ]
Un cuadro pintoresco Un quadro pittoresco
ofrecen los pebetes offrono i mocciosi
que en sus juegos inocentes che nei loro giochi innocenti
entretenidos están, se ne stanno occupati,
medio excaviao un goruta mezzo ubriaco un brutto ceffo
murmura indiferente: borbotta indifferente:
un año mas que importa! un altro anno che importa
como vino se irá. se ne andrà come vino.
. … …
pebetas taconeras ragazze coi tacchi
malevos compadrones compari malvagi
se pierden en los cortes si perdono nei passi
de un tango dormilón… di un tango sonnolento...[ Un Año Mas, musica di Joaquin Barreiro e testo di Antonio Casciani, cantata da Carlos Gardel nel 1930 ]
Viejo rincon de mis primeros tangos, Vecchio angolo dei miei primi tanghi,
donde ella me batio que me queria; dove ella mi disse che mi amava;
guarida de cien noches de fandango rifugio di cento notti di danze
que en mi memoria viven todavia... che ancora vivono nella mia memoria…
Oh, callejon de turbios cafératas Oh, vicolo di loschi magnaccia
que fueron taitas del bandoneon! che furono padri del bandoneon !
Donde estara mi garçonnière de lata, Dove sarà la mia garçonièrre di lamiera,
testigo de mi amor y su traicion? testimone del mio amore e del suo tradimento?
….. …
Del fuelle al son, suena un violin Al suono di un bandoneon, suona un violino
en el tablao de una cantina sul palco di una cantina
y en un bulin que esta al doblar la esquina e in una stanzetta che sta dietro l'angolo
los taitas aprovechan el tango tentador. i padrini approfittano del tango tentatore. …[ Viejo rincon, 1925, Música: Raúl de los Hoyos. Letra: Roberto Cayol ]
Altri autori preferirono dipingere il mondo urbano, le sui vie, i suoi costumi, i suoi caratteri umani, il che si spiega in buona parte attraverso l'accrescimento della città stessa che confinava nel passato o nel ricordo la vita orillera, la periferia e la sua triste mitologia. (Così per esempio il quartiere acquista per questi autori un'altra dimensione e un'altra prospettiva.)Ya nunca me veras como me vieras, Giammai mi vedrai come mi hai visto,
recostado en la vidriera appoggiato alla vetrata
y esperandote, aspettando te,
ya nunca alumbrare con las estrellas mai più illuminerò con le stelle
nuestra marcha sin querellas la nostra passeggiata senza liti
por las noches de Pompeya. nelle notti di Pompeya.
Las calles y las lunas suburbanas Le strade e le lune suburbane
y mi amor en tu ventana e il mio amore alla tua finestra
todo ha muerto, ya lo se. tutto è morto, certo lo so. …[ Sur, 1948 Música: Aníbal Troilo, Letra: Homero Manzi ]
Corrientes, tres cuatro ocho, Corrientes tre quattro otto,
segundo piso, ascensor. secondo piano, ascensore.
No hay porteros ni vecinos; Non c'è portiere, nè vicini;
adentro cocktail y amor. dentro cocktail e amore.
Pisito que puso Maple: Alloggetto in stile Maple:
piano, estera y velador, piano, tappeto e comodino,
un telefón que contesta, un telefono che risponde,
una victrola que llora un grammofono che suona
viejos tangos de mi flor vecchi tanghi del mio fiore
y un gato de porcelana e un gatto di porcellana
pa' que no maulle al amor. chè non miagoli d'amore.[ A media luz, 1925. Musica Edgardo Donato, testo Carlos César Lenzi. Maple, celebre impresa di designer e arredamento a Buenos Aires. ]
¿Qué te pasa Buenos Aires? Che ti succede Buenos Aires?
¿quién cometió la herejía chi ha commesso l'eresia
de cambiar por pizzerías di mettere pizzerie
donde el tango se acunó? dove si forgiò il tango?[Qué te pasa Buenos Aires, 1956. Musica Eduardo Corti, testo Juan José Correira ]
¡Cómo habrá cambiado tu calle Corrientes..! Come sarà cambiata la tua via Corrientes,
¡Suipacha, Esmeralda, tu mismo arrabal..! Suipacha, Esmeralda, la tua stessa periferia!
Alguien me ha contado que estás floreciente Qualcuno mi ha detto che sei fiorente
y un juego de calles se da en diagonal... e c'è un gioco di strade in diagonale…[ Anclado en Paris, 1944, musica Enrique Cadícamo, testo J.M.Anguilar ]
La varietà di ambienti e luoghi che i testi di tango percorrono, spiegano i cambiamenti sostanziali di linguaggio. C'è un linguaggio orillero o popolare che Daniel D. Vidart sintetizza come "… la cassa di risonanza dove la lingua madre raccoglie le voci minori che arrivano in spalla all'esodo contadino, che giungono nei centri d'immigrazione e che si coniano in quella zecca idiomatica che è la strada…"
Anche Vicente Rossi, riferendosi all'uomo delle città o dei sobborghi rioplatensi, spiega che il suo lessico "… è ispirato dal suo ambiente carico di perifrasi criolle e dei poveracci del continente europeo che là fanno la loro prima tappa alla conquista dell'America, quella dellla conquista del pane." E aggiunge: "Il linguaggio dell'orillero è di sua speciale inventiva; sempre grafico, esatto nell'allusione, metaforico e onomatopeico ammirevolissimo, sempre indecente nell'ironia e sempre innovativo perché questo orillero è un instancabile rinnovatore del suo pittoresco lessico."
Un esempio di linguaggio orillero o popolare è il testo di Malevaje che appartiene a Enrique Santos Discepolo:
¡Decí, por Dios, qué me has dao! Dimmi per dio che mi hai fatto!
Que estoy tan cambiao, che sono così cambiato,
No sé más quién soy… non so più chi sono…
El malevaje extrañao La mala stranita mi guarda
Me mira sin comprender, mi guarda senza capire,
Me ve perdiendo el cartel mi vede perdere la reputazione
De guapo que ayer di guappo che ieri
Brillaba en la acción… brillava nelle imprese…
No ves, que estoy embretao, Non vedi che sono inguaiato,
Vencido y maneao vinto e avvinto
En tu corazón. nel tuo cuore.
Te vi pasar tangueando altanera, Ti vidi passare tangheando altezzosa
Con un compás tan hondo y sensual, con un modo così profondo e sensuale
Que no fue más que verte y perder che fu un attimo vederti e perdere
La fe, el coraje, el ansia de guapear… la fiducia, il coraggio, l'ansia di fare il guappo…
No me has dejao ni el pucho en la oreja Non mi hai lasciato nemmeno la cicca sull'orecchio
De aquel pasao, malevo y feroz, di quel passato malavitoso e feroce,
Ya no me falta pa´ completar per completare mi manca solo
Más que ir a misa e hincarme a rezar. di andare a messa e mettermi a pregare.[ Malevaje 1929, musica Juan de Dios Filiberto, testo Enrique Santos Discépolo ]
Altri testi di tango si associano alla parlata lunfarda, copiano circonlocuzioni ed espressioni di "…un linguaggio creato dalla malavita per dissimulare le sue espressioni."
In tal senso succede con il lunfardo ciò che succede con la poesia gauchesca e la poesia degli cantastorie. Però, raccogliendo la letteratura del tango un apprezzabile numero di voci lunfarde, troviamo quelle espressioni che la parlata popolare accetta e riceve, le assimila, le fa proprie.
Gobello ricorda che "… se il lunfardo non ottenne una letteratura picaresca che lo coltivasse, per lo meno ispirò le muse mascalzone delle periferie e delle prigioni…"
Come esempio di testo di tango carico di locuzioni lunfarde e parlata popolare e orillera torviamo El Ciruja di F.A.MariniRecordaba aquellas horas de garufa Ricordava quelle ore di bisboccia
cuando minga de laburo se pasaba, quando lavoro certo non si trovava,
meta punguia, al codillo escolaseaba solo furti, con le carte barava
y en los burros se ligaba un metejón; e per i cavalli aveva una fissa;
cuando no era tan junao por los tiras, quando non era tanto guardato dai poliziotti
la lanceaba sin tener el manyamiento, borseggiava senza farsi beccare,
una mina le solfeaba todo el vento una pupa gli soffiava tutti i soldi
y jugó con su pasión. e giocò con la sua passione.[ El Ciruja 1926 Musica Ernesto de la Cruz Testo Francisco Alfredo Marino ]
Un terzo nucleo di testi di tango appare redatto in linguaggio colto e con l'intenzione di prestare al tango un respiro poetico più alto, un lirismo in accordo forse con l'evoluzione propria del mondo rioplatense, di quel mondo dove il lunfardo, la tematica del ruffiano e delle balere, incominciano a sapere di passato, a mostrare un profilo anacronistico. In questo comparto devono inserirsi testi come quello del tango Tus besos fueron mios o quello di Volver o di La última curda :
Después te irás borrando, Poi andrai svanendo,
perdida en los reflejos confusos persa nei riflessi confusi,
que el olvido pondrá a mi alrededor, di cui l'oblio mi circonderà,
tu imagen se hará pálida, la tua immagine si farà pallida,
tu amor estará lejos il tuo amore sarà lontano
y yo erraré por todas ed io andrò errando per tutte
las playas del dolor. le spiagge del dolore.[ Tus besos fueron míos 1926 Musica: Anselmo Aieta Testo: Francisco García Jiménez ]
Yo adivino el parpadeo Immagino il battito di ciglia
de las luces que a lo lejos, delle luci che da lontano
van marcando mi retorno. van segnando il mio ritorno
Son las mismas que alumbraron, Sono le stesse che illuminarono
con sus pálidos reflejos, coi loro pallidi riflessi
hondas horas de dolor. profonde ore di dolore.[Volver 1935 Musica: Carlos Gardel Testo: Alfredo Le Pera ]
Cerrame el ventanal Chiudimi la finestra
que arrastra el sol che il sole trascina
su lento caracol de sueño, la sua lenta spirale di sonno
¿no ves que vengo de un país Non vedi che vengo da un paese
que está de olvido, siempre gris, fatto d'oblio, sempre grigio
tras el alcohol? dietro all'alcol ?[ La última curda 1956 Musica: Aníbal Troilo Testo: Cátulo Castillo ]
Su un piano secondario figurano quei testi di tono contadino, di locuzioni comuni, che ignorano tanto il linguaggio orillero quanto quello colto o quello lunfardo. Trago amargo è il titolo di una di esse:
Arrímese al fogón, viejita, aquí a mi lado Vieni a sederti al fuoco, vecchietta, accanto a me
y ensille un cimarrón para que dure largo; e riempi un mate che duri a lungo;
atráquele esa astilla, que el fuego se ha apagado, aggiungi quel legno che il fuoco si è spento,
revuelva aquellas brasas y cebe bien amargo; rimescola quelle braci e riempilo che sia ben amaro;
…
Después, cuando la noche envuelva los bañados Poi quando la notte avvolgerà le terre bagnate
y se oiga, allá, a lo lejos, el toque de oración, e si sentirà lontano laggiù il rintocco delle campane
inclínese a la Virgen de los Desamparados inchinati alla Vergine dei Senzatetto
y a mi pobre guitarra colóquele un crespón... e alla mia povera chitarra mettigli un drappo![ Trago amargo 1925 Musica: Rafael Iriarte Testo: Julio Navarrine ]
Un'altra è Cruz de palo :
Juntito al arroyo, besao por los sauces Vicino al ruscello, baciato dai salici
y poblao de flores, de esmalte y de luz, e contornato di fiori, di smalti e di luce,
sin letras, crespones ni nombres tallados senza parole, drappi né nomi incisi
se alzan junto a un sauce dos palos en cruz. si alzano attaccati a un salice due pali in croce …
Dicen los más viejos, haciéndose cruces, Dicono i più vecchi facendosi la croce
que al pasar de noche por ese lugar che passando per quel luogo di notte
oyen que se quejan los ñacurutuces odono lamentarsi i gufi
de un modo tan fiero que hasta hace temblar in un modo tanto accanito che fa persin tremare[ Cruz de palo 1929 Musica: Guillermo Barbieri Testo: Enrique Cadícamo ]
______________________________________________